N. Luglio
a cura di Camilla Bellini
Senior Analyst, The Innovation Group
Quest’anno l’intelligenza artificiale è senza dubbio al centro delle analisi e degli approfondimenti di analisti ed esperti del mercato digitale: anche The Innovation Group ha dedicato ampio spazio a questo argomento nei passati numeri de Il Caffè Digitale. D’altra parte, gli stessi player del mercato stanno rafforzando la propria offerta in questo ambito, come ben è emerso dall’AWS Summit 2017 che si è tenuto lo scorso 8 giugno a Milano. In particolare, nel corso dell’evento Marco Argenti, VP Technology di AWS, ha introdotto quella che è la strategia e l’offerta di Amazon nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, che va di pari passo con l’offerta cloud del player americano. In particolare, l’offerta di Amazon in questo ambito si struttura su quattro livelli, partendo dai servizi infrastrutturali ottimizzati per gli algoritmi AI e dallo sviluppo di un vero e proprio framework di deep learning, partecipando all’Apache Communtiy, fino ad arrivare all’offerta di piattaforme per lo sviluppo di algoritmi di machine learning e di servizi più specifici legati alla riconoscimento del linguaggio naturale e alle chatbot.
In questo senso, nella chart che segue, vengono riassunti i quattro livelli appena citati, che nel complesso definiscono l’offerta Amazon AI:
D’altra parte, i servizi in ambito AI su cui AWS pare puntare riguardano tre ambiti:
- il riconoscimento dei testi scritti e la loro traduzione vocale
- il riconoscimento di immagini
- il riconoscimento del linguaggio naturale
A partire da questi tre aspetti si dirama l’insieme dei servizi di Amazon AI. Per quanto riguarda infatti il primo punto, ossia la funzionalità text-to-speech, AWS si posiziona con Amazon Polly, che traduce appunto i testi scritti in vere e proprie conversazioni. Questo servizio può essere utilizzato, ad esempio, per creare applicazioni in grado di “conversare” con gli utenti. Nell’ambito di Amazon Polly, AWS ha inoltre annunciato due novità: la prima è Speech Marks, che consente di sincronizzare testi e voci con le immagini (si pensi ad esempio nel doppiaggio video), mentre l’altra è Whispering, una funzione che consente di caratterizzare la voce come se stesse sussurrando (in inglese “whispering”, appunto).
Per quanto riguarda l’ambito del riconoscimento delle immagini, AWS con Amazon Rekognition dà la possibilità di inserire all’interno di un’applicazione funzionalità legate al riconoscimento di volti, oggetti e ambienti presenti in un’immagine, con lo scopo ad esempio di segnalare contenuti inappropriati o di classificare più rapidamente le immagini.
Infine, per quanto riguarda la capacità di comprendere il linguaggio naturale e di analizzare i testi sia in una logica di riconoscimento vocale sia di dettatura, AWS si posiziona con il servizio Amazon Lex, che consente di creare dei veri e propri bot: Amazon Lex offre ovvero il potenziale e la tecnologia di Amazon Alexa a tutti gli sviluppatori, che ne possono quindi sfruttare il potenziale creando ad esempio delle chatbot all’interno di siti ed applicazioni.
Nel complesso dunque si è visto come anche AWS si sta posizionando all’interno del panorama del’offerta in ambito AI, mettendo a disposizione dei developer una serie di strumenti che consentono di inserire logiche di intelligenza artificiale all’interno di qualsiasi applicazioni, in modo pervasivo: se dunque la promessa dell’AI è quella di rendere il business più intelligente, AWS si propone di offrire una serie di strumenti che consentano alle aziende di evolvere da una logica di Big Data analitico ad un modo nuovo di usare i dati in azienda.
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