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AI, le potenzialità per la Pubblica Amministrazione

 

Lo scorso 12 febbraio è stato pubblicato il Piano Triennale 2024-2026 per l’informatica nella Pubblica Amministrazione di AgID. Il Piano rappresenta uno strumento fondamentale per stimolare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione (PA) e si traduce nella definizione di una strategia di digitalizzazione, fornendo indicazioni operative sotto forma di obiettivi e risultati attesi.

Come sottolineato da Mario Nobile, Direttore Generale di AgID durante l’evento di presentazione, tre sono i punti chiave che caratterizzano la nuova edizione del Piano Triennale:

  1. Partecipazione attiva: assumendo un ruolo altamente strategico, il Piano necessita di un coinvolgimento da parte di tutti gli attori, ossia la partecipazione attiva non solo della PA centrale, ma anche dei comuni.
  2. Dinamismo: la consapevolezza circa la rapidità dei cambiamenti nel mondo digitale e la conseguente necessità di adattarsi in modo flessibile, rendono evidente quanto non ci si possa più permettere di affidarsi esclusivamente a pianificazioni a lungo termine. Per questo motivo, sono stati previsti due aggiornamenti intermedi del Piano: il primo programmato per settembre 2024 e il secondo nel corso del 2025.
  3. Strumenti abilitanti e inclusività: fornire strumenti abilitanti che agevolino la pianificazione strategica è di fondamentale importanza. L’accento è posto sulla necessità di ridurre il digital divide: le fasce della popolazione che sono in ritardo nell’adozione o, nel peggiore dei casi, ne sono escluse, rischiano di rallentare l’intero sistema paese. Nonostante le numerose iniziative di formazione avviate, permangono difficoltà nella diffusione di competenze.

Ma la vera novità di questa edizione del Piano è l’inclusione di un capitolo dedicato all’intelligenza artificiale. Gli obiettivi che il Piano si propone di raggiungere tramite l’adozione dei sistemi di AI sono legati all’automatizzazione delle attività di ricerca e analisi delle informazioni semplici e ripetitive; all’aumento delle capacità predittive, migliorando il processo decisionale basato sui dati; alla personalizzazione dei servizi incentrata sull’utente, aumentando l’efficacia dell’erogazione dei servizi pubblici.

Partendo dalle norme di affidabilità, sicurezza, protezione dei diritti fondamentali ed eticità definite dall’AI Act, il Piano riporta dieci princìpi generali che dovranno essere adottati dalle PA:

  1. Miglioramento dei servizi e riduzione dei costi tramite l’automazione dei compiti ripetitivi
  2. Analisi del rischio per garantire che i sistemi non provochino violazioni dei diritti fondamentali della persona
  3. Trasparenza, responsabilità e informazione riguardo all’utilizzo dei servizi che sfruttano l’AI
  4. Inclusività e accessibilità, assicurando equità, trasparenza e non discriminazione
  5. Privacy e sicurezza, conformandosi alla normativa vigente in materia di protezione dei dati personali e di sicurezza cibernetica
  6. Formazione e sviluppo delle competenze necessarie per gestire e applicare l’AI in modo efficace
  7. Standardizzazione, tenendo in considerazione la normazione tecnica in corso a livello internazionale ed europeo da CEN e CENELEC, con particolare riferimento all’AI Act
  8. Sostenibilità, valutando gli impatti ambientali ed energetici legati all’adozione di queste tecnologie
  9. Foundation Models (sistemi AI “ad alto impatto”), assicurandosi che adottino adeguate misure di trasparenza prima di introdurle nei processi
  10. Modalità e condizioni dei fornitori nella gestione dei dati forniti dall’amministrazione.

Affinché l’introduzione dell’AI nella Pubblica Amministrazione possa dirsi completa ed efficace, bisogna prima valorizzare il patrimonio informativo pubblico e affrontare le nuove sfide della data economy. Infatti, se l’ingente quantità di dati prodotti dalle PA fosse ben valorizzata e di alta qualità, potrebbe costituire una solida base per l’implementazione efficace dei sistemi di AI. In particolare, l’affermarsi dei foundation models, importante fattore di accelerazione per l’adozione di soluzioni di AI, rende ancor più necessaria la creazione di dataset di elevata qualità, rappresentativi della realtà della PA, con un’attenzione diretta alle norme, nazionali e comunitarie e ai procedimenti amministrativi.

I target definiti nel Piano per la creazione di basi di dati nazionali strategiche sono:

  • Target 2024: Ricognizione delle basi di dati strategiche
  • Target 2025: Digitalizzazione delle basi di dati strategiche
  • Target 2026: Promozione delle basi di dati strategiche

Nel Piano, infine,  vengono citate le esperienze di alcune PA centrali che hanno già iniziato a utilizzare soluzioni di AI: Agenzia delle entrate, con l’utilizzo di algoritmi di machine learning in grado di prevenire e rilevare le frodi; INPS, con l’adozione di chatbot che semplificano e personalizzano l’interazione con l’utente; ISTAT, con l’utilizzo di GenAI per creare query tramite il linguaggio naturale, migliorando l’accessibilità ai dati statistici.

 

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