Green and blue: l’uomo è il principio e la fine
Il Caffè Digitale
N. Dicembre 2021
a cura di Emilio Mango
Managing Director, The Innovation Group
Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Oscar di Montigny, Presidente di Flowe, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum e Amministratore Delegato di Mediolanum Comunicazione
Per Oscar di Montigny non esiste sostenibilità senza mettere l’uomo al centro, e sugli investimenti in innovazione servirebbe un visione a lunghissimo periodo.
“Siamo una generazione che si è ritrovata, suo malgrado, in mezzo al guado. Siamo quelli che potrebbero non avere un futuro, a meno di un’inversione di rotta”. A parlare è Oscar di Montigny, Presidente di Flowe, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum e Amministratore Delegato di Mediolanum Comunicazione.
Di Montigny si è speso molto spesso sui temi della sostenibilità ma ancora di più sul concetto che lui stesso ha battezzato “humanovability”, quell’incrocio tra innovazione, sostenibilità e centralità dell’essere umano che condensa, in un singolo neologismo, molto del suo pensiero.
Che cosa significa esattamente humanovability?
Il significato potrebbe sembrare scontato, in un’epoca dove l’innovazione, cioè l’alterazione dell’ordine costituito per creare cose nuove sembra una costante. In realtà i processi innovativi non sono mai scontati, in un certo senso vanno contro natura, perché coloro che molto spesso sono chiamati a innovare sono proprio quelli che l’ordine costituito l’hanno creato.
E come è cambiato il modo di fare innovazione?
Alla velocità con cui il mondo sta cambiando, l’innovazione, che prima era un modo per essere e sentirsi “cool”, ora è una condizione necessaria per sopravvivere. Ma questo non deve significare che vada fatta senza criterio: il nuovo deve essere una risposta all’ambiguità e alla complessità che attanagliano la società moderna e allo stesso tempo deve essere sostenibile.
Come possiamo essere veramente sostenibili?
Al di là della tecnologia, il primo protagonista della sostenibilità deve essere senza dubbio l’uomo. È lui da cui parte e finisce tutto ed è lui a dover essere sostenibile prima delle imprese o delle organizzazioni. L’uomo deve avere pensieri puri, innovativi e sostenibili, affidarsi a sentimenti puri (amore, coraggio) e agire di conseguenza. Chiunque abbia capacità decisionali, nel pubblico e nel privato, dovrebbe avere come scopo ultimo il benessere dei suoi simili.
Come si colloca in questo contesto il greenwashing?
È esattamente il tentativo di mantenere l’ordine costituito, provando a far sembrare nuovo qualcosa che in effetti è vecchio. Chi fa greenwashing, senza mezzi termini, per quanto mi riguarda è solo un delinquente, qualcuno che non è capace di occuparsi dell’essere umano.
E la tecnologia digitale che ruolo ha?
È un abilitatore, ma più che di digitale io parlerei di innovazione tout court. Come ho già detto, però, tutto parte dall’uomo e dalla sua capacità di mettere idee e progetti nella scala dei tempi: ci sono innovazioni che riescono a dare benefici nel breve ma poi costituiscono un’incognita nel lungo periodo, così come ci sono investimenti e progetti che devono essere pianificati in un lasso temporale che supera quella della vita umana, un esercizio che pochi riescono a fare.