Cloud, 5G e reti ultrabroadband rappresentano la condizione necessaria per lo sviluppo di servizi innovativi a supporto della crescita economica del Paese, del miglioramento del suo posizionamento nel panorama internazionale e della produttività. Perché è fondamentale coglierne le opportunità.
Come sta cambiando il modo di fare impresa grazie alle infrastrutture digitali e ai nuovi servizi che il loro sviluppo abilita? Quali opportunità si rilevano per imprese, cittadini ed istituzioni derivanti dallo sviluppo e dall’implementazione di soluzioni cloud, 5G e reti ultrabroadband? E ancora, come accogliere il progresso tecnologico garantendo la protezione di dati e informazioni sensibili? Ne abbiamo discusso nell’ambito della web conference “Infrastrutture digitali per le Imprese, la PA e il sistema Paese” organizzata lo scorso 21 settembre da The Innovation Group nell’ambito del Digital Italy Program 2021.
Come affermato da Federico Descalzo, COO, Netalia, «la vera transizione allo sviluppo per soluzioni cloud native richiede uno spostamento della filiera con un impatto evidente sui modelli di vendita che passano dall’essere product oriented a service oriented». Ad ogni modo, come ricordato da Salvatore Lombardo, Direttore Generale, Infratel, «la reale sfida da compiere è promuovere una maggiore collaborazione tra sfera pubblica e privata». Come arrivare al 2026 con una maggiore presenza di rete? «Capire innanzitutto cosa fanno gli operatori privati». Sul tema è intervenuto anche Carlo Brozzo, Direttore Digital Education Hub & High Tech Meeting Center, Liguria Digitale che ha ribadito l’importanza della dicotomia tra mondo pubblico e privato e la necessità di fare squadra per «il bene comune». «Se da un lato – ha proseguito Brozzo – la PA ha dei vincoli di legge che non le hanno consentito di essere preda del mercato, dall’altro, pur non avendo mai camminato molto velocemente, ha sempre guardato in sola direzione: avanti». Per Brozzo, infine, è fondamentale gestire il rapporto con i grandi cloud provider USA. La tematica è stata evidenziata anche da Francesco Bonfiglio, CEO, GAIA-X AISBL, il progetto che raccogliere 300 membri provenienti da diversi Paesi e finalizzato alla realizzazione di un cloud “europeo” che rispetti requisiti di trasparenza ed interoperabilità. Per Bonfiglio, infatti, bisogna evitare di dipendere a livello tecnologico da player che possono condizionare lo sviluppo economico del Paese. Della stessa opinione è stato anche Marco Fabriani, Direttore Pubblica Amministrazione & Media, Hewlett Packard Enterprise Italia che ha presentato la nuova soluzione cloud HPE che permette di «mantenere i dati in casa propria» e da Daniele Alì (Fincantieri) che ha ribadito come la «territorialità del dato sia un elemento fondamentale per garantire la conformità a leggi nazionali e internazionali». Per Alì, inoltre, il tema dell’interoperabilità è diventato una priorità: necessario dotarsi di personale che aiuti a standardizzare le nuove tecnologie in cui realtà eterogenee possano lavorare insieme. Una tematica, quest’ultima, ribadita anche da Massimo Di Genova, Sales Manager, Government & Cities, Nokia Enterprise secondo cui è fondamentale che «le tecnologie e le infrastrutture agiscano di concerto».
L’importanza di dotarsi di personale qualificato è stata evidenziata anche da Paolo De Rosa, Chief Technology Officer, Dipartimento per la trasformazione Digitale, che ha ricordato come, allo stato attuale, sia in atto un’azione da parte del Governo volta ad introdurre nelle amministrazioni pubbliche nuove risorse specializzate e a ridefinire i processi e le procedure pubbliche. Al riguardo un caso di successo è quello del Comune del Milano in cui è stato avviato un percorso di valutazione su come far migrare alcuni servizi critici sul cloud. A parlarne è stata Sara Belli (Direzione di Progetto Interoperabilità) secondo cui è fondamentale spaziare nella gestione multicloud con un piano di interoperabilità, facendo in modo che i cloud provider definiscano le interfacce standard e consentendo alla PA di governare la distribuzione delle applicazioni sul multicloud. Per Belli, infine, la lentezza di reazione che molto spesso caratterizza l’azione delle amministrazioni pubbliche può rappresentare un’opportunità per riflettere su quello che si sta facendo.
Verso cosa bisognerebbe tendere? Verso lo sviluppo di un multicloud interoperabile come primo passo per la creazione di un ecosistema digitale nazionale che consentirebbe di condividere le best practice, scambiare informazioni, oltre che rendere del tutto disponibili i dati ai cittadini. Le notevoli opportunità abilitate dall’adozione di soluzioni multi cloud sono state, altresì, evidenziate da Alfredo Nulli, VP Portfolio and CoE, Noovle – Gruppo TIM, secondo cui «il multicloud rappresenta una strategia dell’azienda mentre l’hybrid è una scelta di deployment» e da Roberto Dognini, Sr. Sales Manager Italy – Enterprise Accounts, Nutanix che ha mostrato i risultati di una survey condotta da Nutanix basata su 3.400 rispondenti da cui è emerso come il trend per i prossimi anni sia l’adozione di soluzioni multicloud.
PNRR, Reti Ultrabroadband e 5G
La resilienza delle reti permetterà di superare la crisi causata dalla pandemia ma perché ciò avvenga bisognerà lavorare su due infrastrutture principali: quella fisica e quella del capitale umano. Ad affermarlo è stata Laura Di Raimondo, Direttore Generale, Asstel – Assotelecomunicazioni che ha altresì riportato gli impatti attesi per i prossimi cinque anni del 5G sul PIL: un valore stimato pari a circa 78 miliardi di euro. Un trend positivo confermato anche da un’indagine supportata da Ericsson e presentata da Riccardo Mascolo, Head of Strategy and 5G for Industries, Ericsson Italy and South East Mediterranean, secondo cui l’adozione del 5G comporta un elevato potenziale di ritorno.
Qual è il ruolo del 5G per le infrastrutture del nostro Paese? Quale il potenziale e le opportunità? A discuterne è stato Paolo Pagano, Direttore, Laboratorio congiunto CNIT – Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale secondo cui sempre più si sta parlando di creazione del mercato globale del 5G considerando i nuovi utenti di questo sistema. Per il 2030, inoltre, l’attesa è che il porto diventi “LARGe” – Lean, Agile, Resilient, Green e che si trasformi in un hub di innovazione locale e nazionale.
Se, dunque, il 5G può rappresentare un importante enabler di nuovi processi, tuttavia non bisogna dimenticare la necessità di mettere tutte le aree del Paese nella condizione di coglierne le opportunità. La tematica è stata evidenziata da Francesco Pugliese, Direttore IBF Servizi e Area R&S, Bonifiche Ferraresi che ha ricordato la necessità di intervenire tempestivamente nelle aree a fallimento di mercato e di far sì che la capacità infrastrutturale diventi un fattore abilitante dello sviluppo e della ricchezza di tutto il sistema Paese.