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L’applicazione del PNRR all’interno della PA: benefici, ostacoli, opportunità

N. Settembre 2021
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 
Per la PA italiana applicare le disposizioni previste dal PNRR vuol dire innanzitutto creare le condizioni per eliminare la maggior parte delle problematiche che da tempo impattano il settore. In questo percorso non bisogna dimenticare di incentivare e valorizzare le amministrazioni che si sono sempre dedicate all’innovazione e relegare a ruoli marginali i comuni, che operano direttamente sul territorio (e ne sono i migliori conoscitori). Ne abbiamo discusso con Luca Galandra – Direttore del reparto IT, Comune di Alessandria.
 
Quali saranno i principali benefici per il settore pubblico derivanti dall’applicazione delle missioni e delle riforme previste dal PNRR?

Più che di benefici bisogna parlare di necessità: le attività e i progetti menzionati all’interno del Piano devono essere necessariamente portati a termine sia all’interno della Pubblica Amministrazione che nel sistema Paese. Completare queste attività vuol dire instaurare un miglior rapporto con i cittadini, aumentare la competitività della Pubblica Amministrazione e migliorare la qualità dei servizi erogati.

Tali cambiamenti non avvengono soltanto all’interno della Pubblica Amministrazione: le tematiche di cui si discute andranno inevitabilmente ad impattare anche sulle imprese ma richiederanno alla Pubblica Amministrazione una gestione più efficiente delle proprie risorse e dei propri processi.
 
Quali sono secondo Lei i limiti all’interno dell’attuale PNRR? Secondo Lei vi sarebbero misure ulteriori che potrebbero aiutare a modernizzare il settore pubblico? 

Allo stato attuale sono due le problematiche principali: la valorizzazione delle best practices e la selezione del personale. Con riferimento al tema della valorizzazione delle best practices, se ne parla molto ma non si tiene conto che vi sono diverse amministrazioni che riescono a raggiungere determinati risultati prima delle altre e che spesso agiscono da apripista, un lavoro che però non viene valorizzato. In questo senso, dunque, bisogna individuare un sistema per premiare chi ha già realizzato determinati progetti: bisognerebbe incentivare le realtà che sono più avanti nel percorso di digitalizzazione in modo che continuino ad innovare e a fare da apripista.

Con riferimento alla selezione del personale, bisogna individuare nuovi criteri: il concorso pubblico va rinnovato per assumere dei manager e dei dirigenti che vogliano e sappiano innovare.

È pertanto necessario introdurre meccanismi che premino capacità legate al Problem solving e all’innovazione.
 
In quali ambiti ritiene che il PNRR dovrebbe portare le maggiori trasformazioni? 

Riforma della leadership (e-leadership), competenze e citizen experience. Si tratta di ambiti in grado di portare una grande ventata di novità all’interno della Pubblica Amministrazione.
 
Con riferimento agli avanzamenti nell’ambito dell’agenda digitale, qual è la vostra situazione?

Si è partiti dal Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione e si è lavorato soprattutto nell’ambito del cloud (ad oggi siamo totalmente in cloud) e sulle infrastrutture di rete. Questo per migliorare quanto più possibile le infrastrutture a servizio della Pubblica Amministrazione e dei cittadini, facilitando al massimo gli interventi di privati per quanto riguarda la posa di fibra, banda larga, ecc..

Allo stesso modo è stata focalizzata l’attenzione nell’ambito dei servizi in relazione a cui si è partiti dall’interno, dai nostri software gestionali: già tre anni fa è stata indetta una gara per acquisire una piattaforma software integrata che permettesse di erogare ai cittadini servizi integrati con il back-office, piattaforma che tutti usano quotidianamente.

Tali attività, svolte prima della pandemia, hanno permesso di affrontare l’emergenza (che comunque ha portato ad un’ulteriore accelerazione) con una notevole preparazione, sia all’interno dell’amministrazione (lo smart working non è stato un problema) sia nel rapporto con i cittadini. Nel rapporto con i cittadini, è stato positivo poter disporre di una piattaforma che già consentiva di prenotare un appuntamento e di poter effettuare in autonomia operazioni che dovevano essere svolte in ufficio.
 
Nel raggiungimento di quali obiettivi ritiene determinante il ruolo del PNRR?

Interoperabilità e condivisione delle informazioni tra PA (principio “once only”) e utilizzo di analitiche sui dati sono aspetti molto legati al PNRR. A livello sistemico il Piano spinge molto su questi temi e facilita l’interazione con le altre Pubbliche Amministrazioni.
 
Quanto si trova d’accordo con le modalità di attuazione e monitoraggio previste attualmente dal PNRR?  Ritiene che ne siano necessarie altre?

Su alcuni temi il ruolo definito nel PNRR per i comuni è troppo marginale. Non bisogna dimenticare che i comuni sono la prima interfaccia sia verso i cittadini, sia verso le imprese, oltre che i principali erogatori di servizi sul territorio. Se si interviene su materie tipiche del comune è necessaria la presenza di qualcuno che conosca bene questa realtà.

 

Quali interventi prevede nella Sua organizzazione per recepire le misure previste dal PNRR?

Stiamo cercando di cogliere al meglio le opportunità che si creano: ad esempio, partecipiamo a gruppi di lavoro trasversali insieme ad altre amministrazioni comunali, per individuare le esigenze comuni e dare una risposta sistemica ed omogenea alle nuove sfide che si dovrà affrontare.

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