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L’IT si pone al centro della transizione energetica

N. Giugno 2021
 

a cura di
Roberto Bonino
,
Giornalista di Technopolis e ICTBusiness.it,
Indigo Communication

 

Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Dario Pagani, Executive Vice President Global Digital & IT di Eni

La sostenibilità ambientale è ormai entrata a pieno titolo nei piani strategici di molte aziende, sia per la crescente sensibilità sul tema soprattutto a livello di opinione pubblica sia per le iniziative avviate a livello istituzionale, a partire dal Green Deal Europeo.
Per chi opera nel mondo dell’energia e, come Eni, riveste un ruolo di riferimento per il sistema-Paese, non si tratta certo di un tema nuovo. Tuttavia, i processi di trasformazione in corso e l’accelerazione creata nel corso dell’ultimo anno dalla pandemia, hanno dato ulteriore impulso a obiettivi strategici, che trovano nella tecnologia uno dei principali fattori abilitanti. Il connubio stretto fra questi elementi si concretizza nel Green Data Center di Ferrera Erbognone, cuore pulsante della gestione operativa e del business della società, costruito dalle fondamenta con avanzati criteri di risparmio energetico. L’infrastruttura ospita, fra l’altro, il supercomputer HPC5, sesto al mondo e primo in Europa nella sua categoria (in base alla lista Green500) per efficienza energetica.
Per comprendere come si concretizzi oggi la ricerca dell’equilibrio fra innovazione o sostenibilità ambientale e quale sia il ruolo dell’IT nel più complessivo processo di transizione energetica, abbiamo incontrato Dario Pagani, Executive Vice President Global Head of Digital & IT di Eni.

Come nasce e come si è evoluto il vostro Green Data Center?

Nel nostro Dna ha sempre avuto un ruolo rilevante la componente tecnologica come leva per raggiungere gli obiettivi di produzione energetica sostenibile, partendo dall’innovazione e dalla ricerca. Allo stesso tempo, per noi è importante essere in grado di costruire infrastrutture che coniughino eccellenza operativa e resilienza. Il ruolo dell’Information Technology, in questo percorso di trasformazione, è quello di essere un partner per le aree di business, allo scopo di stimolare, sostenere e garantire le infrastrutture a sostegno degli obiettivi di sostenibilità.

Queste riflessioni hanno guidato anche la costruzione del nostro data center, partita quasi nove anni fa. Oggi disponiamo di una struttura di circa 5.200 metri quadrati suddivisa in sei sale e così progettata per poter essere efficiente al massimo dal punto di vista energetico. Nel progettare l’architettura, abbiamo applicato una visione di lungo periodo, in modo da poter disporre di una “casa” durevole nel tempo, capace di ospitare tutti i nostri sistemi e anche il supercalcolo, per restare in linea con le nostre evoluzioni. Va ricordato che siamo partiti con una capacità di 5 petaflops e oggi siamo arrivati a 70. Abbiamo strutturato questa potenza per poter creare quelli che oggi vengono chiamati digital twin, allo scopo di sperimentare e simulare tutto ciò che può avere a che fare con la ricerca, ma anche con la valutazione del rischio, ad esempio per lo studio del sottosuolo, la componente ingegneristica e così via.

Quali elementi possono meglio descrivere le scelte affrontate dal punto di vista energetico?

Abbiamo studiato a fondo le caratteristiche climatiche del luogo in cui abbiamo costruito il data center, soprattutto per arrivare all’attuale raffreddamento naturale delle macchine. Le caratteristiche del centro di Ferrera Erbognone consentono di lavorare, per la maggior parte dell’anno, con lo scambio naturale di aria con l’esterno. Noi abbiamo bisogno di muovere grandissimi volumi a velocità molto bassa, per evitare di avere raffreddamenti forzati e, pertanto, ciascun rack aspira con i propri ventilatori l’aria sufficiente per poter poi estrarre il calore e convogliarlo verso i camini, un po’ come succedeva già nell’antichità.  Il sistema che utilizziamo ci consente di limitare l’utilizzo di condizionatori a meno dell’8% del tempo e di aumentare l’efficienza complessiva della struttura, impedendo l’emissione nell’ambiente di circa 7.000 tonnellate annue di CO2 che, combinate con il risparmio energetico dovuto all’efficienza informatica, superano le 20.000 tonnellate annue.

Avete fatto la scelta di costruire e gestire la vostra infrastruttura informatica. Come vi rapportate all’opzione del cloud, che si è sviluppato soprattutto in questi ultimi anni?

Il cloud per noi è un’opportunità, sia per gestire picchi di esigenze di calcolo sia in termini di diversificazione, andando a federare il nostro data center con risorse acquisite in questa modalità. Il mondo ibrido è un punto di arrivo inevitabile e noi lavoriamo anche con una strategia multicloud, avendo integrato al nostro interno le competenze necessarie a gestire ambienti anche complessi.

Qual è il rapporto fra IT e business sui temi e le prassi legate alla sostenibilità?

L’IT acquisisce valore nel momento in cui esce dalle mura del proprio perimetro e non cerca semplicemente l’ottimizzazione delle proprie risorse, ma si mette al servizio del business. Noi lavoriamo molto al fianco della ricerca & sviluppo, nella consapevolezza che potremmo sfruttare alcuni esiti della loro attività in combinazione con la tecnologia. Lo sfruttamento dei dati, il machine learning o le reti neurali possono contribuire all’accelerazione complessiva dei risultati raggiunti dalla ricerca e alla loro applicazione. Ma IT e business concorrono anche a favorire una maggiore sensibilizzazione interna sui temi della sostenibilità. Attraverso diverse call for ideas, abbiamo fatto in modo che le nostre persone prima di tutto fossero maggiormente informate su come consumare di meno al lavoro, come recuperare materiali esausti o anche come contribuire alla mobilità sostenibile attraverso il car sharing. Inoltre, con l’iniziativa JUST (Join Us in Sustainable Transition) favoriamo i partner che hanno adottato prassi sostenibili, mentre il recente progetto Open-es, realizzato in collaborazione con Google e Boston Consulting, intende mettere a fattor comune esperienze e punti di vista sul tema della sostenibilità.

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