L’importanza del “sapere” all’interno dell’impresa

In ambito Industria 4.0 l’Italia occupa una posizione importante nel panorama internazionale. Il Piano Industria 4.0, avviato nel 2016, è molto conosciuto per le misure relative all’iper e super ammortamento ma in realtà si tratta di un’iniziativa che si compone di altri pilastri importanti, come, ad esempio, la realizzazione dei Digital Innovation Hub, dei Competence Center e il potenziamento dei cluster, attività promosse nell’intento di costituire un ecosistema per accompagnare le aziende nel percorso di digitalizzazione.

In questo contesto, Confindustria ha costituito una rete di 23 DIH su tutto il territorio nazionale. È un’attività autofinanziata dal Sistema Confindustria, nata per supportare in particolare le PMI e che si avvale del supporto delle Antenne territoriali, garantendo una completa capillarità sul territorio.

I DIH della Rete Confindustria hanno lo scopo di stimolare e promuovere la domanda di innovazione del sistema produttivo e sono la “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0. La forza dei DIH è quella di poter offrire un livello qualificato di servizi, poter supportare le aziende in modo rapido, tenendo in considerazione le tipicità di ciascuna area. Lavorare in rete a livello nazionale, utilizzando lo stesso approccio e gli stessi strumenti, è un altro fattore che contraddistingue la rete dalle altre realtà. I DIH sono i medici di base per le imprese. Grazie allo strumento di assessment della maturità digitale, comune per tutta la rete dei DIH, vanno a mappare quella che è la maturità digitale delle aziende, mettendo in evidenza le aree di miglioramento e i fabbisogni. Le roadmap che vengono poi elaborate dai DIH indicano possibili passi da seguire, tenendo in considerazione le priorità e i trend di settore in cui la singola azienda opera. La rete dei DIH di Confindustria ha effettuato più di 1800 assessment e, per essere in grado di fornirne un numero maggiore, è stato attivato un progetto di Politiche Attive con 4.manager, sia a livello nazionale, che a livello regionale.

Questo è quanto avviene in una prima fase, successivamente potrà esserci l’intervento di Competence Center e altri centri di trasferimento tecnologico.

Cosa sta succedendo? Cosa emerge da questi dati? Che in generale il Paese non è molto indietro e che l’imprenditore ha bisogno di vedere delle attività/progetti realizzati. Inizialmente con i progetti 4.0 si portavano esperienze di grandi aziende, adesso con i Digital Innovation Hub si sta facendo un discorso di emulazione e contaminazione tra le diverse realtà imprenditoriali.

Inoltre, i DIH di Confindustria si stanno sempre più focalizzando su attività che enfatizzino e sensibilizzino l’importanza della filiera nel processo di digitalizzazione per le aziende; hanno così sviluppato un modello di mappatura della filiera che è, anche in questo caso, di uso comune fra tutti i DIH delle diverse regioni. Questo permette di approcciare e sviluppare progetti comuni, garantendo coerenza e integrazione. Sarà importante partecipare ad una filiera in funzione del valore aggiunto e non esclusivamente del costo. La filiera potrà così crescere, condividendo benefici comuni, sfruttando sinergie, cooperando in modo sempre più integrato e portando valore alle imprese.

Un’altra peculiarità dell’ecosistema dell’innovazione digitale è la sua rete non solo regionale e nazionale, ma anche europea. La Commissione Europea sta infatti costituendo la rete degli EDIH, Digital Innovation Hub Europei, che garantirà un legame stretto e collaborativo tra i diversi ecosistemi digitali presenti in tutta Europa, sfruttando al massimo le opportunità dell’innovazione digitale e mettendole a disposizione di tutte le aziende, in particolare le PMI. La capacità di fare rete con gli altri EDIH a livello europeo permetterà la complementarità delle competenze e delle specializzazioni, con focus particolare su Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni e Sicurezza Informatica.

Si sottolinea in sintesi come sia necessario promuovere all’interno delle imprese una cultura basata sulla digitalizzazione e aiutare l’imprenditore a comprendere il reale valore della sua impresa.

In questo contesto non si può non interrogarsi su cosa stia chiedendo il mercato, un mercato in costante mutamento in funzione delle cui esigenze le aziende devono modificarsi. Quali sono le richieste in questo senso?

Innanzitutto personalizzazione e poi flessibilità: in qualsiasi mestiere che si svolge bisogna concorrere sempre contro tempi, strategia e mercato.

Cosberg è un’azienda che produce macchine per automatizzare i processi produttivi e negli impianti che si stanno costruendo adesso si sta cercando quanto più possibile di ridurre, per esempio, i tempi di cambio produzione a meno di un’ora (a differenza del passato in cui per lo svolgimento e il completamento di tale attività venivano richieste diverse ore).

Un altro tema che si sta cercando di portare avanti è relativo alla manutenzione a distanza, un’attività che non può essere realizzata nel breve tempo: è necessario progettare macchine pronte alla manutenzione, che si integrino con un sistema di monitoraggio da remoto, che noi abbiamo riprogettato e messo in campo sfruttando le tecnologie 4.0.

Infine, si sta portando avanti un progetto relativo al riutilizzo dell’impianto di automazione, nell’ottica di poterlo noleggiare: si parla molto di economia circolare perchè cambiare un prodotto da assemblare con gli impianti di automazione – la sua riconfigurazione –  richiede un costo altissimo, tanto che solitamente si buttava via tutto e si riprogetta tutto da capo. Adesso invece stiamo studiando le macchine per far sì che vengano riutilizzate; si tratta ovviamente di impianti più costosi, almeno inizialmente, in quanto caratterizzati da un’elevata flessibilità tecnologica, che alla lunga porta ad un risparmio non solo economico, ma anche di materiali.

Preparare l’azienda alla vendita per non venderla mai

È fondamentale valutare il reale valore dell’azienda che, come nel nostri caso, si traduce  è nel suo know-how. In questo senso all’interno di Cosberg è stato avviato un percorso di “codifica”, classificazione e registrazione della conoscenza, messo in piedi cambiando radicalmente metodo di lavoro. Questo perché è stato compreso come il reale valore dell’azienda siano appunto gli asset intangibili: le istituzioni e il sistema bancario tuttavia non sono ancora pronti a valutare l’azienda in funzione di tali elementi, per questo l’imprenditore deve tracciare la strada.

Il “sapere” è fortemente incorporato all’interno dei processi, in particolare quelli di progettazione di nuove soluzioni: gli intangibili costituiscono quindi la leva fondamentale al ruolo dell’imprenditore, che ha il compito di valorizzarli, nonché al successo dell’impresa stessa.

CONTRIBUTI

I contributi di questa sezione comprendono documenti, relazioni e sintesi di interventi effettuati dai Relatori delle Web Conferences, degli Eventi Territoriali e del DIGITAL ITALY SUMMIT promosso da The Innovation Group.

Essi possono includere, inoltre, articoli e Paper che abbiamo ritenuto di particolare interesse per aprire o contribuire al dibattito sulle politiche industriali e sull’impatto dell’innovazione tecnologica sul mercato e sull’industria del digitale sull’organizzazione delle imprese, della Pubblica Amministrazione, del Terzo Settore e del lavoro.


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