1N. Ottobre 2020
a cura di
Roberto Bonino,
Giornalista di Technopolis e ICTBusiness.it,
Indigo Communication
Non è fatto troppo nuovo che le industrie manifatturiere italiane abbiano aggiornato soprattutto i loro processi di produzione facendo spazio alle tecnologie digitali. Persino a livello istituzionale sono stati elaborati piani di sostegno e sviluppo ispirati al concetto di Industria 4.0, ma al di là delle promesse pubbliche, il mondo delle imprese si è mosso in direzione dell’innovazione, tant’è che il Politecnico di Milano stima per il 2019 un valore di mercato già pari a circa 3,9 miliardi di euro.
Ci sono diversi trend che sottostanno a questa evoluzione più o meno delineata. La robotica di stabilimento ha potuto arricchirsi con strumenti di automazione sempre più avanzati, l’Internet of Things (IoT) ha portato maggiori capacità computazionali verso i sensori, l’intelligenza artificiale e gli advanced analytics rendono possibili attività di prevenzione e ottimizzazione basate sui dati.
Fra i principi costitutivi del concetto di Industria 4.0, troviamo l’interoperabilità, ovvero la capacità di macchine, sensori e persone di interconnettersi e comunicare tra loro, attraverso tecnologie IoT o IoP (Internet of People). A questo tema se ne sommano altri, come la capacità dei sistemi informativi di creare copie virtuali del mondo fisico arricchito di modelli digitali, un’assistenza sugli impianti potenziata dalla visualizzazione di molteplici categorie di informazioni e la possibilità per le macchine di prendere alcune decisioni in autonomia.
Se tutti questi aspetti appaiono strettamente connessi in un contesto di stabilimento e processi logistici avanzati, la collaborazione a tutti i livelli si trova alla base delle evoluzioni in corso e di questo si è parlato nel corso del tavolo di lavoro “Il digitale per una nuova produttività in fabbrica: dal workgroup al cobot“, tenutosi nel corso della prima edizione dello Smart Manufacturing Summit, organizzato da The Innovation Group e Indigo Communication.
Uno dei fronti di maggior interesse è rappresentato dalla robotic automation, come ha rilevato Nadia Scandelli, Head of Smart Factory Unit di Cefriel: “Si stanno diffondendo anche in Italia i robot collaborativi, ovvero macchine destinate a lavorare con l’uomo, così come la robotica mobile, che permette di condividere costi e capacità tra diverse macchine. Ma già si profilano nuove tendenze, come la vendita as-a-service di servizi utilizzando robot o l’utilizzo di droni per servizi di delivery”.
La spinta verso la trasformazione in chiave 4.0 è stata confermata da Andrea Bertoglio, Chief Innovation Officer di Cornaglia Group, realtà che produce componentistica (in lamiera e plastica) soprattutto per il settore automotive: “Dopo aver introdotto in azienda un nuovo Manufacturing Execution System, per gestire la produzione di novanta fra macchine e linee, abbiamo scelto la via della smart factory, in collaborazione con Tim e Alleantia, ottenendo, tra le altre cose, maggiore scalabilità architetturale in funzione dei bisogni a venire e il passaggio alla manutenzione predittiva, grazie a una visione aggregata e in tempo reale di tutti i dati di produzione”.
Il contributo di due vendor come Autodesk e Dassault Systemes ha completato la visione d’assieme con uno sguardo a tecnologie e soluzioni di supporto ai progetti di innovazione degli ambienti di produzione industriale: “In un mondo in fase di radicale ripensamento”, ha sottolineato Samuele Gallazzi, D&M Territory Sales Executive di Autodesk, “lavoriamo soprattutto sulla capacità di integrare gli aspetti di design, engineering e manufacturing in un’unica piattaforma, facendo sì che persone e macchine possano effettivamente collaborare in tutte le fasi di un processo produttivo”. Gli ha fatto eco Mario Torchia, Delmia Geo Leader – Euro Med Countries di Dassault Systèmes: “Il consolidato concetto di Industria 4.0 si sta già oggi evolvendo verso quello di digitalizzazione, più orientato alla catena del valore complessiva di una realtà industriale. Il futuro è di maker e innovatori e a loro offriamo la nostra visione 3DExperience, dove si fondono aspetti di collaborazione fra processi operativi, capacità di modellizzazione virtuale e soluzioni di intelligenza artificiale per combinare richieste e forniture, il tutto orchestrato secondo una logica business process-driven”.
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