N. Luglio 2020
a cura di Elena Vaciago
Associate Research Manager, The Innovation Group
Intervista a Roger Lanctot, Director Automotive Connected Mobility, Global Automotive Practice di Strategy Analytics
L’impatto del Covid-19 sulla mobilità è stato enorme, ma la strada per la ripresa è oggi chiara a chi ha intenzione di adattarsi al nuovo scenario. In questa intervista con The Innovation Group, Roger Lanctot, Director Automotive Connected Mobility, Global Automotive Practice di Strategy Analytics, anticipa alcuni degli insight che presenterà nel suo intervento durante il Smart & Connected Mobility Summit Live 2020 del prossimo 8 luglio 2020.
All’inizio del 2020, sempre più paesi in tutto il mondo hanno dovuto chiudere i loro confini e limitare i viaggi per contenere il diffondersi dell’epidemia da Covid-19. Da allora, la pandemia ha interessato quasi ogni dimensione dell’attività economica a livello globale, con conseguenze rilevanti per le supply chain, per l’industria automobilistica e dei trasporti: quali sono le principali misure per superare gli effetti della pandemia e tornare alla redditività?
Le industrie automobilistiche e dei trasporti fanno affidamento sulle autorità pubbliche mentre puntano a recuperare dalla crisi. Per i produttori di automobili, la sfida principale è ripristinare le supply chain e accelerare la produzione di veicoli, per far fronte alle aspettative dei clienti visto che si preannuncia una domanda solida. Ciò significa, tuttavia, che la maggior parte dei produttori di automobili sono lasciati soli nel negoziare con i rappresentanti dei lavoratori quali saranno le misure di sicurezza da mettere in atto nelle sedi, tra cui: distanziamenti, sanificazione, test, tracciabilità e utilizzo di mascherine. La maggior parte delle fabbriche europee e statunitensi sono già tornate attive, con alcuni arresti intermittenti conseguenti a test individuali risultati positivi al Covid-19. Le prospettive sono positive, anche se è chiaro che la domanda e l’offerta di automobili impiegheranno diversi anni per tornare ai livelli pre-Covid.
Anche nel trasporto pubblico sono molte le misure messe in atto dagli operatori del settore, dalla pulizia frequente, all’uso di mascherine, alla distanza e all’aggiunta di veicoli. Come ci si aspettava, si è osservata una riduzione della domanda, a causa della preoccupazione del pubblico riguardo al coronavirus e alla difficoltà di garantire la sicurezza in tutte le circostanze. Il declino dell’uso di questi mezzi ha anche altre cause: riduzione del turismo, chiusura di scuole, disoccupazione, incremento del lavoro a distanza.
L’intero ecosistema della mobilità ha subito a causa della pandemia un colpo ancora più grave rispetto ai soli trasporti pubblici. Con la riapertura dal lockdown, tutte le opzioni di trasporto hanno visto una ripresa (auto privata, car sharing, taxi e micromobilità), ma anche in questi settori, saranno necessarie misure ad hoc, come distanziamento, uso di mascherina e sanificazione. Gli attori del ride-hailing e i taxi, in particolare, hanno già adottato misure come separatori a bordo dei veicoli per proteggere conducenti e passeggeri. Queste misure saranno essenziali affinché il settore possa riprendersi completamente. Potrebbe vedere anche un certo consolidamento tra i diversi operatori.
Il Covid-19 ha avuto un impatto dirompente sul modo in cui viviamo e ci muoviamo, sulle città e sulla società nel suo insieme, ma ha anche portato ad un’accelerazione nell’uso delle tecnologie digitali: ci aspettiamo di vedere una nuova ondata di innovazione anche per trasporti pubblici e servizi di mobilità? Un’adozione più ampia di piattaforme aperte e di strumenti per la raccolta e l’analisi dei dati, per spingere i nuovi servizi di mobilità abilitati dalla tecnologia?
Abbiamo visto come è incrementato l’utilizzo di dati anonimi durante la pandemia, per capire come e dove si muovono i cittadini. Sfortunatamente, la pandemia ha anche messo in evidenza come la tecnologia digitale possa essere utilizzata nel bene e nel male per la localizzazione e rintracciabilità dei cittadini infetti. Nonostante l’esistenza di norme sulla privacy, alcuni paesi come la Corea del Sud e Israele sono stati piuttosto “invasivi” nell’utilizzo di questi dati. La pandemia ha messo in luce il fatto che i problemi di privacy non sono del tutto risolti.
Le piattaforme digitali (come Facebook, Amazon, Apple e Google) hanno beneficiato enormemente durante la pandemia. Hanno fatto acquisizioni e approfittato della necessità delle persone di nuovi strumenti per acquisti e accesso a informazioni. Nonostante il coro di proteste contro questo dilagante consolidamento di potere economico nelle mani di pochi, cresce la possibilità che questi player abusino della propria posizione dominante, tanto più che sta evolvendo in legislazione. Per ora, i grandi stanno diventando più grandi e continuano a sconvolgere le industrie tradizionali, comprese quelle automobilistiche e dei trasporti. L’acquisizione da parte di Intel / Mobileye di Moovit è una delle manifestazioni più evidenti di questa tendenza.
Migliorare i trasporti e la mobilità con attenzione alla sicurezza delle persone è oggi una priorità per i decisori pubblici delle città: le nuove scelte vanno nella direzione di migliorare la pedonabilità, incentivare la micro-mobilità, realizzare nuove infrastrutture per veicoli elettrici, mobilità condivisa, definire norme più rigorose per le auto private e così via. Ad esempio, in risposta alla crisi del coronavirus, Milano ha introdotto uno dei programmi di mobilità più ambiziosi d’Europa, riallocando lo spazio stradale delle auto e ampliando gli spazi per biciclette e pedoni. Cosa possiamo aspettarci come evoluzioni della mobilità urbana?
Il passaggio alla fase di post-pandemia accelererà alcune tendenze. Città come Milano, Shanghai e New York hanno vissuto durante la crisi con un’aria molto più pulita dall’inquinamento nelle strade. La situazione che si è creata sta creando un’opportunità per accelerare i progetti di lavori pubblici grazie al minore afflusso di traffico, e sta anche stimolando l’immaginazione e spingendo le città all’azione. Il passaggio a un paesaggio urbano incentrato sui pedoni e sulla riduzione del traffico legata ai singoli veicoli ha dato nuovo slancio. Questo entusiasmo sarà alimentato ulteriormente una volta che il doppio impatto (del passaggio dai trasporti pubblici e dell’aumento dei viaggi privati) si manifesteranno sulle strade della città nei prossimi mesi. Le opzioni in stile MaaS (mobility-as-a-service), che pongono l’accento sul trasporto condiviso, facilitando l’uso del trasporto pubblico, emergeranno fortemente entro la fine del 2020.
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