COME REALIZZARE LA MIGLIORE MOBILITY EXPERIENCE
Come realizzare la migliore Mobility Experience

Mobility Experience

Il futuro della Mobility Experience nelle nostre città e sulle nostre strade è fortemente collegato ai trend sociali, economici e tecnologici che nei prossimi anni condizioneranno l’affermarsi di alcune soluzioni rispetto ad altre, preferite perché più sostenibili, meno costose, più vicine in sostanza a quello che il consumatore si aspetta.

Oggi c’è grande interesse delle persone verso le forme alternative di mobilità, anche se in alcuni casi questa attenzione si scontra con un’esperienza d’uso che non offre piena soddisfazione. Molte città si stanno trasformando in laboratori a cielo aperto (il contesto metropolitano è l’ideale per sperimentare lo sharing, i veicoli elettrici e autonomi, le soluzioni integrate di mobility-as-a-service) ma quale è la risposta delle persone? Alla fine, quello che chiederanno i consumatori non sarà molto diverso dal passato.

Un’indagine della società di ricerca di Beijing, Big Data Research, mostra che oggi un utente su 2 di servizi di Bike Sharing in Cina è attento innanzi tutto al fattore costo. Seguono da vicino l’usabilità e il confort della soluzione, oltre che le linee guida chiare per facilitare l’uso da parte di chi non è un utente frequente del servizio di condivisione della bici. La semplicità nel reperimento del mezzo, insieme ad aspetti come sicurezza e qualità, sono in questa fase – di primo avvio del mercato – messi in secondo piano. Va osservato che queste indicazioni valgono per servizi ancora poco conosciuti, sono comunque indicazioni che possono aiutare a definire un corretto business model. Tra l’altro, proprio in Cina gli ultimi anni sono stati difficili per gli operatori della micromobilità come Mobike, Obike e Ofo, che dopo una prima fase di espansione hanno subito  un crollo, soffrendo per l’arrivo di soluzioni come e-bike e scooter.

Mobility Experience

L’innovazione nel mondo della Smart e Connected Mobility deve sposarsi con un’esperienza d’uso (Mobility Experience) soddisfacente, altrimenti si rischia il rigetto di soluzioni che sulla carta promettono semplicità ed efficienza, ma nella pratica sono inutili o costose.

In occasione del Consumer Electronics Show che si è tenuto a Las Vegas lo scorso gennaio, tutta l’attenzione è andata alla possibilità di realizzare un’experience immersiva in auto, all’intrattenimento in viaggio, alla connettività in-vehicle e con terze parti, abilitata da assistenti vocali e da approcci collaborativi che legano sempre più strettamente gli OEM automotive con un ampio ecosistema di terze parti.

Con l’idea di realizzare un vero (in tutti i sensi) Customer Journey integrato,  i big dell’elettronica di consumo sono entrati in massa nel mondo dell’auto, lanciando ciascuno una propria esperienza d’uso per le vetture del futuro, per viaggiatori sempre connessi e assistiti tramite device AI-enabled. Samsung ad esempio ha proposto un concetto di auto come parte di un ecosistema di oggetti digitali da controllare con la sua app SmartThings (che già oggi conta 50 milioni di utenti), la prima app per la smart home a integrare servizi per l’auto. Le persone potranno così gestire casa e auto con un unico sistema, tenendo sotto controllo tutti i dati (localizzare il veicolo e lo stato delle batterie, se è un’auto elettrica), o mentre sono in viaggio, e stanno arrivando a casa, disattivare il sistema d’allarme e accendere luci e riscaldamento.

Amazon invece, insieme a una serie di società pioniere nel settore, ha mostrato come tecnologie cloud, di edge computing sulle auto, sensori, app e sistemi di AI e machine learning abilitino soluzioni innovative che permettono di tenere sotto controllo una serie molto più ampia di parametri, sia dell’auto che del guidatore; realizzare esperienze nuove come acquisti online direttamente dal veicolo; introdurre l’assistente virtuale interattivo nel veicolo e fargli svolgere una serie di funzioni.

Qual è il punto vista delle persone su queste innovazioni?

Parlando di In-car Voice Assistant, come ha dimostrato una recente indagine svolta da Capgemini Research Institute (tra aprile e maggio 2019, su un campione globale di 7mila consumatori che già utilizzano questi device), pur usando spesso questi device – quindi considerandoli molto utili – nella maggior parte dei casi gli utenti ritengono che l’esperienza d’uso andrebbe migliorata. Problematiche incontrate di frequente sono la complessità d’uso di questa tecnologia e la possibilità che fallisca – non riconoscendo il comando vocale (un problema che invece non si aveva con i comandi tradizionali in auto, attivati manualmente).

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Il temi legati alle evoluzioni in corso nel mercato dei Connected & Smart Mobility services; al Mobility Management aziendale; al Digitale per l’Automotive e la nuova Mobility Experience; alle Piattaforme di Mobility-as-a-Service e multimodalità integrata; alla Smart Mobility nelle città intelligenti del futuro, saranno al centro dei lavori dello SMART & CONNECTED MOBILITY SUMMIT 2020, evento annuale di TIG che si pone l’obiettivo di creare un solido dibattito tra tutti gli stakeholder, dall’industria automotive, al noleggio, il car sharing, le assicurazioni e gli Smart City Manager, per comprendere gli scenari evolutivi di un settore in costante mutamento e individuare quali saranno le migliori strategie da mettere in atto.

Alla sua terza edizione, il Summit si configura come primario momento di confronto e punta a coinvolgere nelle varie sessioni i più importanti attori delle nuove filiere, che presenteranno propri spunti visionari oltre che i nuovi business model che stanno nascendo dalla Connected Car data exploitation & monetization.

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