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Connected Mobility: lavori in corso sulle Smart Road del futuro

N.  Aprile 2019
        

a cura di Elena Vaciago 
Associate Research Manager, The Innovation Group

 

Uno dei mercati in cui nei prossimi anni assisteremo a un’esplosione di nuovi servizi, nuovi modelli di business e un’innovazione sempre più spinta dell’esperienza d’uso degli utenti è quello della Mobilità Connessa e Autonoma. Le più recenti stime parlano di vendite di auto connesse che raggiungeranno i 35 miliardi di dollari entro il 2025, con Stati Uniti, Europa e Cina che si contenderanno la posizione di predominio del mercato. Maggiore confort, più sicurezza sulle strade, funzioni avanzatissime di cui già oggi si vedono i primi prototipi; ma anche tempo liberato dalla guida e potenzialmente fruibile per attività di intrattenimento e nuovi servizi erogati in mobilità; e infine, cambiamento delle abitudini dei consumatori, sempre più interessati a fruire di servizi di Mobility-as-a-service, erogati da app su mobile, in grado di presentare molteplici scelte alternative all’auto di proprietà (quindi car sharing, flotte, car-pooling, servizi collaborativi e peer-to-peer). Saranno questi i driver della mobilità del futuro.

CHI GUIDERA’ IL MERCATO DELLA CONNECTED E AUTONOMOUS CAR?

Gli Stati Uniti hanno finora guidato le sperimentazioni di auto connesse e autonome, con un esempio su tutti, l’auto autonoma Waymo di Google, che ha percorso fino ad oggi almeno 10 milioni di chilometri su strada e ha simulato virtualmente oltre 4,3 miliardi di chilometri nel solo 2017, e punta ora alla profittabilità tramite il lancio di servizi commerciali. Waymo One, lanciato a dicembre 2018 per l’area di Phoenix in Arizona, è il nuovo servizio circa al costo di Uber, ma per ora impiega anche Safety Driver umani dietro il volante ed è stato aperto a un pubblico ristretto (400 persone) che avevano già testato in precedenza il servizio Google. L’Arizona è tra gli Stati americani che hanno favorito maggiormente le sperimentazioni dell’auto autonoma, tanto che Waymo ha annunciato di recente che raddoppierà i suoi investimenti e stabilimenti nell’area (con il nuovo Technical Service Center di Mesa), creando quindi nuovi posti di lavoro. Inoltre Waymo ha anche cominciato a commercializzare le proprie tecnologie (il sistema di sensori per la realizzazione delle mappe virtuali) ad altri player del settore dei veicoli autonomi.

 

Fonte: Waymo, 2018

 

L’Europa però non è rimasta a guardare e sta facendo passi avanti, e l’obbligo dell’eCall (la chiamata di emergenza presente su tutti i nuovi veicoli omologati) porterà anche da noi ad avere nel giro di qualche anno un ampio parco circolante di veicoli connessi. Nel contempo, le infrastrutture stradali diventeranno sempre più “intelligenti”, in grado di dialogare con i veicoli e di fornire tutta una serie di nuovi servizi a valore aggiunto: un esempio di cosa sarà possibile è quanto sta sperimentando nel Regno Unito la Jaguar Land Rover con UK Autodrive (consorzio che per 3 anni ha guidato la sperimentazione di tecnologie per le auto connesse e autonome, nell’ambito di una competizione del Governo UK “Introducing Driverless Cars”).

I NUOVI USE CASES DELLA MOBILITA’ SMART E CONNESSA IN V2X E V2V

Gli obiettivi dei test di Jaguar Land Rover sono stati:

  1. Aumentare la sicurezza, tramite avviso in caso di collisione frontale e posteriore, di incidenti o traffico intenso sul percorso (questo con la comunicazione tra i veicoli, il protocollo V2V, Vehicle-to-vehicle, denominato Intersection Collision Warning), frenata automatica d’emergenza, mantenimento in carreggiata e riconoscimento automatico dei segnali inviati dalla Smart Road con comunicazione V2X (veicolo verso l’infrastruttura);
  2. Minimizzare le soste al semaforo: la tecnologia Green Optimal Speed Advisor consente di dialogare con i semafori e informare il guidatore sulla velocità da tenere in prossimità degli incroci, per trovare il semaforo verde;
  3. Ridurre i consumi, riducendo ad esempio l’incidenza di frenate e accelerazioni tramite Cruise Control Adattativo (una delle funzioni dei nuovi sistemi ADAS, Advanced Driver Assistance Systems);
  4. Ridurre lo stress del guidatore, ad esempio con il Collaborative Parking (assiste il guidatore nella ricerca di un parcheggio indicandogli gli spazi liberi) o con l’Emergency Vehicle Warning (segnala al conducente l’approssimarsi di un veicolo d’emergenza come ambulanza e altro).

LA STRATEGIA ITALIANA PER LE SMART ROAD

Da segnalare anche i percorsi già avviati in questo senso nel nostro Paese, dove l’approvazione nel febbraio 2018 del Decreto Smart Road ha portato ad individuare le modalità con cui sviluppare strade e autostrade che possano dialogare con i veicoli, ottimizzando la gestione del traffico e aumentando la sicurezza di guida, e ha autorizzato la sperimentazione su strada di veicoli a guida autonoma. Iniziative già avviate per le smart road del futuro sono in Italia:

  • Il progetto “5G-Carmen”, coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento con la partecipazione di altri 25 partner, finanziato dalla UE e volto a creare un corridoio digitale lungo i 600 chilometri di autostrada tra Monaco e Bologna. Basato sulla sperimentazione della tecnologia 5G servirà a testare come ottenere una migliore risposta in termini di velocità di scambio di dati e tempi di reazione dell’infrastruttura di rete per l’implementazione di veicoli connessi, cooperativi e automatizzati di nuova generazione.
  • Il progetto MASA, Modena Automotive Smart Area, nato con l’obiettivo di sviluppare un’area urbana da utilizzare per la sperimentazione dei veicoli di nuova generazione (con la partecipazione di 3 attori principali, il Comune di Modena, l’Università di Modena e la Maserati, a cui si sono uniti altri partner, fortemente interessati a questi sviluppi), e a cui si è anche aggiunto l’autodromo di Modena per studiare i veicoli autonomi in un ambiente privato. L’area MASA si è quindi attrezzata per offrire competenze e infrastrutture abilitanti i test e quindi una “certificazione sul campo”. In questo modo car maker, componentisti e altri ricercatori potranno provare i sistemi da portare nei prossimi anni su un mercato che, come emerge anche dagli sviluppi internazionali, sta evolvendo molto rapidamente.
  • A Torino è stato firmato il Protocollo di Intesa tra il Comune, FCA e altri 13 partner per la sperimentazione dell’auto a guida autonoma di livello 3. Il capoluogo piemontese sarebbe già pronto a sperimentare il minibus elettrico e a guida autonoma “Navya be fluid”, ma serve una norma ad hoc del MIT. Il van gode di un’autonomia di 13 ore, comunica con 17 satelliti, ha sensori per rilevare pedoni e ciclisti, ed è già in uso nei centri storici, nelle stazioni, nei porti e aeroporti di Australia, Spagna e Francia.
  • Le sperimentazioni della mobilità connessa con 5G (quello che ad oggi è visto come standard di riferimento per i servizi futuri di questo tipo, in grado di abilitare segnalazioni in real time tra oggetti in reciproco movimento e connettività sicura per situazioni in cui è in gioco la stessa safety delle persone) stanno anche avvenendo in varie città italiane, Bari, L’Aquila e Milano. A Bari il 5G sarà usato per testare servizi relativi alla sicurezza e al controllo di merci e accessi. A L’Aquila è in corso un progetto dedicato ai veicoli connessi e autonomi che utilizza veicoli Ducato di FCA. A Milano con Vodafone sono in corso test relativi a un sistema di pubblica sicurezza (attraverso videocamere veicolari mobili connesse) e consegne dell’ultimo miglio tramite Yape, il veicolo elettrico ultraleggero a guida autonoma di e-Novia.

 

 

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