Come il digitale e il fintech stanno cambiando l’industria del risparmio gestito dall’asset management al wealth management
L’Industria dell’investment management, sia nella filiera dell’asset management e ancor di più del wealth management, sta subendo profondi cambiamenti dovuti a diversi trend quali:
- introduzione della nuova normativa Mifid2, con le sue implicazioni in termini di product governance e maggiore trasparenza;
- evoluzione delle esigenze della clientela e passaggio intergenerazionale dei patrimoni;
- sviluppo di nuove tipologie di prodotti (es. PIR, prodotti alternativi, etc) che stanno trovando affermazione e riscontro sul mercato;
- nascita di piattaforme di robo-advisory per fornire consulenza finanziaria automatizzata;
- nascita di start-up fintech che sfruttano i big data per gli la gestione degli investimenti, l’esternalizzazione e/o automazione di processi di middle e back office che permettono la scalabilità di servizi di consulenza finanziaria.
L’acquisizione di clienti da parte delle piattaforme di robo-advisory e delle iniziative fintech è ancora limitata, tuttavia da molte ricerche risulta che la digitalizzazione dell’industria del Wealth Management possa essere nell’immediato futuro uno dei maggiori driver di cambiamento dell’industria e, nei paesi dove il fenomeno si sta sviluppando con maggiore intensità (es. USA, UK, etc), i clienti dei digital advisor manifestano un livello di soddisfazione molto alto, beneficiando anche di bassi costi di gestione rispetto ai clienti di wealth manager tradizionali.
La consulenza finanziaria digitale è incentrata sul profilo del cliente, permette operazioni agili e flessibili, fa grande uso di design thinking e sfrutta al massimo le analytics. Se da un lato allarga la base di clientela possibile, dall’altro incomincia ad attirare anche clienti affluent e private.
Con le nuove normative a cominciare dalla MIFID2 questo movimento potrebbe accelerare. E’ sempre più riconosciuta l’importanza dell’esperienza mobile e digital, come nuova chiave del successo in tutto il settore della gestione patrimoniale.
L’industria dell’investment management è quindi di fronte a diverse sfide quali:
- come i wealth manager possono differenziare la loro offerta di consulenza utilizzando anche le potenzialità della leva digitale?
- come cambia il ruolo del consulente finanziario e che tipo di lavoro sarà chiamato a fare?
- come si evolverà l’architettura di offerta degli asset manager e la domanda di prodotti tra investimenti a basso costo e quelli ad “output garantito”?
- fino a che punto aziende di asset management e distributori, si sovrapporranno e si faranno concorrenti?
- le attività di asset management avranno più o meno bisogno di economie di scala?
L’utilizzo di: interfacce guidate da algoritmi per le diverse categorie di asset di investimento, il supporto di dati nella consulenza finanziaria per conoscere meglio il consumatore e personalizzare l’offerta di advice, l’uso di piattaforme cloud a supporto di servizi, diventeranno fattori sempre più determinanti nel realizzare il modello di business del Wealth Management del futuro.
Anche nel nostro Paese il settore è in movimento e in consolidamento, basta ricordare la cessione di Pioneer ad Amundi, Aletti Gestielle a Anima Holding, Banca Leonardo a Credit Agricole… per citare le più recenti. Oltre che la spinta di tutte le banche commerciali sui servizi del risparmio gestito, come area di recupero di margini reddituali.
L’incontro del 22 Febbraio farà quindi il punto di questi temi con autorevoli ospiti dell’industria dei servizi finanziari, di alcune realtà italiane del settore tecnologico e del mondo delle fintech.
A chi e’ rivolto:
– Industry: Financial Services, SIM e Società per la gestione del risparmio.
– Figure: Direttori generali e funzionali delle società specializzate nell’asset management e del risparmio gestito, COO e CIO, IT Manager, Marketing Manager e Digital Officers.