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Smart Speaker e Assistenti Virtuali: cosa succede nel mondo (e in Italia)

N.  Gennaio 2018
        

a cura di Camilla Bellini 
Senior Analyst, The Innovation Group

 

Negli ultimi anni si è registrato, soprattutto negli Stati Uniti e più in generale nei mercati anglosassoni, un crescete interesse nei confronti degli “speaker” intelligenti per la Smart Home, dispositivi attraverso cui è possibile gestire e controllare gli oggetti connessi presenti in casa e attraverso cui si può accedere a funzionalità e a servizi digitali, dalla musica in streaming al potenziale dell’eCommerce. I primi speaker ad apparire sul mercato sono stati i dispositivi Amazon Echo (la prima generazione è disponibile dal 2014), a cui sono poi seguiti i dispositivi di Google (i Google Home, rilasciati negli Stati Uniti a partire da novembre 2016) e gli annunciati speaker di Apple, gli HomePod (attesi negli Usa e in UK nei primi mesi del 2018).

D’altra parte, al di là di questi dispositivi, che si basano sulle tecnologie di voice-recognition e virtual assistant sviluppate dai rispettivi produttori (Alexa per Amazon, Google Now per Google e Siri per Apple), sempre più aziende propongono sul mercato Smart Speaker che integrano gli assistenti vocali di terzi: basti pensare al dispositivo Invoke di Harman Kandor, il marchio della Harman International Industries (da marzo 2017 di proprietà di Samsung Electronics) specializzato in impianti audio domestici e per autoveicoli, che utilizza la tecnologia Cortana di Microsoft; o al recente Sonos One della Sonos, azienda attiva dal 2002 nel settore dell’elettronica di consumo e dei dispositivi audio, che ad oggi integra la tecnologia di Amazon Alexa, ma che si propone nei prossimi anni di integrare anche le funzionalità di Google Assistant. Altri dispositivi pronti (o quasi) a competere nel mercato degli speaker intelligenti sono poi: HP Cortana Speaker (basato su tecnologia Microsoft), Lenovo Smart Assistant (basato su Amazon Alexa) e Onkyo VC-FLX1 (anche questo basato su Alexa). C’è inoltre grande attesa per i possibili annunci di Samsung relativi al lancio di un proprio Smart Speaker che potrebbe utilizzare Bixby, possibile nuovo competitor targato Samsung degli assistenti virtuali di Google, Apple, Amazon e Microsoft.

 

 

Non vanno infine trascurati i player che stanno entrando nel mercato cinese degli Smart Speaker, tra cui in primis Alibaba, che ha recentemente annunciato il lancio di un dispositivo in diretta competizione con Amazon Echo, Tmall Genie; anche Baidu ha presentato durante lo scorso CES un proprio assistente virtuale dotato di visore, mentre è probabile anche da parte di Tencent il prossimo lancio di un proprio dispositivo intelligente.

Se potrebbe dunque  sembrare che il principale termine differenziante dei diversi dispositivi sia l’assistente virtuale su cui scelgono di basarsi (Alexa vs Siri vs Google), anche le scelte di differenziazione di prezzo posso influenzare la diffusione di questi dispositivi sul mercato: a fronte di un prodotto che mediamente costa $170, dispositivi presenti (o in uscita) sul mercato si suddividono in tre fasce, dai prodotti “entry level” di Google e Amazon (Google Home Mini e Amazon Echo Dot) alla loro versione avanzata, fino ad arrivare all’annunciato speaker di Apple che esce anche in questo caso sul mercato con un premium price (secondo Statista, il prezzo sarebbe di $349),

Il numero crescente di dispositivi e di player che entrano in questo mercato, così come la crescente differenziazione dei prodotti resi disponibili, è pertanto un segnale delle elevate aspettative che vengono riservate a questo mercato e alla domanda futura di speaker intelligenti: a questo riguardo, secondo il portale Voicebot.ai, nel 2017 negli Stati Uniti la base installata di Smart Speaker era di 23,5 milioni di dispositivi, con una crescita prevista nel 2018 di circa il 113%.

 

 

Se dunque c’è grande attesa per il mercato degli Smart Speaker negli Stati Uniti, in Europa ed in particolare in Italia questo mercato in pratica non esiste ancora. La tecnologia degli assistenti virtuali necessita infatti un significativo lavoro di traduzione prima di assicurare l’ingresso di questi dispositivi in mercati non- anglofoni; per questo motivo, questi dispositivi non hanno fatto ancora il loro ingresso su mercati come quello italiano, benché da recenti indiscrezioni sembra che a breve proprio i dispositivi Amazon Echo dovrebbero arrivare anche in Italia.

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