N. Settembre 2017
a cura di Camilla Bellini
Senior Analyst, The Innovation Group
Il mercato dell’Artificial Intelligence sta suscitando ormai da qualche tempo un acceso dibattito sul suo futuro e sul suo potenziale. È il mercato che forse più di altri ha assistito ad un proliferare di ipotesi, avvertimenti, scontri, annunci e rimpianti: basti pensare a Bill Gates, che quando nacque Microsoft era preoccupato soprattutto di poter perdere la possibilità di lavorare alle basi dell’AI, dovendosi occupare dell’impresa nascente. Anche nel suo piccolo, Il Caffè Digitale ha dato ampio spazio al tema nelle passate edizioni, ribadendone soprattutto il potenziale, i trend di mercato e gli attori coinvolti nella corsa all’intelligenza artificiale.
D’altra parte, in questa sede poco spazio è stato dedicato ad alcuni aspetti dell’AI che al contrario stanno infiammando il dibattito mondiale, coinvolgendo i “titani” della scienza e del digitale: da Elon Musk a Mark Zuckerberg, da Bill Gates a Stephen Hawking. Al centro del dibattito in questo caso è la potenziale minaccia dell’intelligenza artificiale nei confronti dell’umanità e della civilizzazione. Termini coloriti, che non sono stati scelti da chi scrive, ma che sono stati utilizzati dallo stesso Elon Musk lo scorso 15 luglio, quando è intervenuto al National Governors Association Summer Meeting a Providence in Rhode Island. In quella circostanza, il CEO di Tesla e SpaceX ha ribadito che “l’AI è un rischio fondamentale per l’esistenza della civiltà umana”[1], sottolineando la necessità di ricorrere ad una regolamentazione proattiva che mitighi il rischio della sua proliferazione, dettata inevitabilmente dalle leggi del mercato e della competizione.
L’appello di Musk, che ormai da anni dichiara la sua preoccupazione rispetto al tema, ha suscitato ancora una volta ampio clamore, accendendo il confronto tra Musk e Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Quest’ultimo, infatti, interrogato da un utente durante un suo Facebook Live[2] in merito all’affermazione sopra citata, ha dichiarato di non comprendere questi atteggiamenti negativi, anzi di ritenerli addirittura “irresponsabili”: da ottimista, come lui stesso si definisce, Zuckerberg vede infatti soprattutto il potenziale di questa tecnologia, ad esempio nell’ambito dei trasporti e della sanità, due contesti in cui possono essere salvate (grazie a migliori diagnosi) o risparmiate dalla morte (evitando gli incidenti automobilistici, prima causa di decessi) molte persone.
A supporto della “preoccupazione” di Elon Musk si è schierato però già in passato Bill Gates che ha dichiarato di considerare l’intelligenza artificiale un tema critico, che deve essere maneggiato con grande prudenza per evitare che si trasformi in una minaccia reale per lavoratori, cittadini ed individui. E lo dichiara alla faccia di Eric Horovitz, capo dei Microsoft Research Lab che, al pari di Zuckerberg, trova difficile capire la posizione di Elon Musk e Bill Gates.
È evidente dunque che, per quanto si possa essere d’accordo con l’una o l’altra posizione, il tema dell’intelligenza artificiale non può (e non deve) passare inosservato a tutti i livelli del dibattito pubblico e delle strategie aziendali: in questo senso, positivo è proprio l’interesse dimostrato dai governatori degli Stati Uniti rispetto al tema durante l’incontro con Elon Musk, o la richiesta alla Commissione Europea, posta a inizio anno dai deputati UE, di norme per disciplinare lo sviluppo della robotica.
In questo senso, soprattutto in riferimento all’iniziativa europea, che è stata approvata con 396 voti favorevoli, 123 contrari, 85 astenuti, è interessante notare come l’approccio adottato, al di là del dibattito oggi tanto in voga, guarda in modo positivo alla possibilità di legiferare rispetto al tema dell’intelligenza artificiale, considerandone “le implicazioni e le conseguenze legali e etiche, senza ostacolare l’innovazione”[3].
In questo senso, l’approccio proposto dal Parlamento Europeo risponde in modo positivo alle raccomandazioni di Elon Musk rispetto alla necessità di una regolamentazione proattiva per la robotica e l’intelligenza artificiale, ma la “purifica” dell’eccessivo (a parere di chi scrive) negativismo e del pessimismo con cui viene espressa dal CEO di Tesla; e, allo stesso tempo, pone dei freni all’ottimismo del fondatore di Facebook, facendo un passo verso un processo di regolamentazione dell’AI che d’altra parte è riconosciuto come imprescindibile.
[1] www.nga.org/cms/video/2017/sm/closing-plenary
[2] Un servizio di Facebook che consente ad un utente di trasmettere dei video live in streaming
[3] Fonte: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML%20TA%20P8-TA-2017-0051%200%20DOC%20PDF%20V0//IT
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