A cura di Simona Macellari, Associate Partner, The Innovation Group
Le 3D (decentralizzazione, disintermediazione e digitalizzazione) determinano un cambio di paradigma anche per il segmento degli impieghi bancari, minando gli spazi propri delle banche.
L “alternative lending”, che include il crowdfounding e il Peer-to-Peer lending, guidato da aziende fintech è cresciuto in Europa ad un tasso impressionante pari al 92%, raggiungendo 5,431 milioni di euro nel 2015. Il Regno Unito è il paese dominante in questo segmento e, se togliamo la sua quota, l’industria europea della finanza alternativa ha conseguito una incredibile crescita del 72%, pari a 1,019 euro milioni di euro nel 2015.[1] Lo slancio espansivo continua in tutta Europa e si evidenziano trend interessanti: ad esempi la più alta concentrazione di piattaforme si ha in UK, Francia, Germania ed Italia, mentre il più alto volume di finanza alternativa pro-capite si ha , oltre che in UK, in Estonia, Finlandia.
Ma esattamente che cosa è la Finanza alternativa? Il termine, che copre un’ampia gamma di soluzioni finanziari, e in un settore in continua evoluzione e in rapida espansione, è composto da diversi segmenti di business. Fino a pochi anni fa, con questo termine si intendevano le iniziative finanziarie relative al “terzo settore”, in altre parole il finanziamento a scopo; oggi le attività “benefiche” sono una piccola parte di un mercato che si concentra su finanziamenti ed investimenti legati al mondo corporate e retail, erogati in una modalità “tecnologica”, spesso in diretta concorrenza con l’attività delle banche.
Questo è un segmento in cui le Fintech possono divenire un’ alternativa credibile del sistema bancario, soprattutto per :
- l’efficienza: tramite l’impiego massiccio della tecnologia (Cloud, Big Data, Mobile, Social network) vengono ridotti al minimo i costi, consentendo di offrire servizi low-cost accessibili in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo e in qualsiasi modo. In particolare l’utilizzo dei big data permette di raccogliere informazioni sulle piccole e medie aziende, che squarciano il velo sull’opacità da cui sono state sempre avvolte , permettendo così una maggiore trasparenza e un accrescimento della conoscenza.
- L’ingessatura degli impieghi: il segmento retail, ma soprattutto le PMI italiane banca-dipendenti, si scontra con un sistema bancario che, anche per adempiere a requisiti patrimoniali sempre più stringenti , ha limitato la propria disponibilità a fornire nuovo credito, soprattutto a lungo termine . Anche il ricorso al mercato dei capitali mediante lo strumento dei minibond non ha spiccato il volo.
- I rendimenti: i prestatori riescono ad ottenere rendimenti interessanti, specie se confrontati a quelli attuali delle obbligazioni, prestando denari la cui remunerazione non è legata alla capacità di rimborso di un singolo soggetto ma di molti debitori, con percentuali di insolvenza mediamente più basse di quelle sofferte dagli istituti di credito e delle finanziarie classiche. In particolare, l‘indice LARI (Liberum AltFi Returns Index) che misura i ritorni del p2p lending, indica che il prestito alle PMI ha ritorni superiori alle altre asset class tradizionali e alle aspettative.
Ovvio che la rapidità e la semplicità delle procedure, così come una relazione orizzontale ed aperta con i clienti, giocano a favore delle fintech rispetto ai tradizionali fornitori di credito.
Il segmento di mercato più importante e maggiore della finanza alternativa è quello Peer-to-peer, molto avanzato nei paesi anglosassoni e in Cina, mentre quello che sta velocemente avanzando, e per cui si prevedono i più alti tassi di crescita, è quello Peer to Business (P2B), cioè i prestiti alle PMI direttamente, più velocemente e senza i vincoli dell’intermediazione bancaria.
In Italia, l’attenzione degli investitori è sulle piattaforme di P2B e di altri strumenti di liquidità per le PMI, come l’invoice trading: piccoli imprenditori e professionisti possono vendere al prezzo più competitivo le proprie fatture, per poi cederle a finanziatori anche non istituzionali (a volte è la stessa piattaforma, che oltre a cartoralizzare diventa acquirente) consentendo di ottenere una immediata liquidità e finanziare il proprio capitale circolante. Anche questo segmento – mercato del finanziamento a fronte di crediti commerciali – è estremamente promettente soprattutto perché il sistema bancario applica tassi sull’ anticipo fatture e RiBa elevati(il dato medio nazionale è pari a 4,67%, ma per le piccole imprese i costi sono fino a tre o quattro punti più alti) , e per gli analisti sarà il comparto a più alta crescita per i prossimi 3-5 anni..
In Italia, così come in Europa, l’alternative finance è in pieno sviluppo, le banche accerchiate su molti fronti dai servizi di base e di pagamento, all’advisory sugli investimenti, lavorano con le Fintech e ne inglobano l’offerta sia per servire mercati inefficienti sia per mantenere quote di mercato. Infine, le nuove norme contenute nelle nuove disposizioni dei servizi di pagamento (PSD2) con le Open API aprono uno scenario che amplifica la collaborazione e le sinergie Fintech-Banche, aprendo a modelli di business innovativi, ancora da costruire e con granularità di servizi impensabile fino a cinque anni fa.
[1] Sustaining Momentum, Cambridge University, 2016
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