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e-Health in Italia: ancora tanto da fare

A cura di Anna NocellaThe Innovation Group

Con il termine e-Health si intende l’uso della tecnologia ICT applicata al campo sanitario e della salute. Le principali applicazioni di e-Health oggi in uso sono la telemedicina (diagnosi e terapie effettuate a distanza, grazie all’uso di strumenti ICT), la prescrizione elettronica, m-Health (utilizzo di dispositivi mobili per la fornitura di servizi di assistenza medica) e l’archiviazione digitale di dati sanitari dei pazienti.

L’e-Health è visto come il futuro della sanità e si stima che esso sarà fondamentale per garantire l’accessibilità al sistema sanitario, soprattutto nei Paesi dove si registra maggiormente l’invecchiamento della popolazione. Infatti, oltre a migliorare i processi della sanità in un’ottica di centralità del paziente, l’e-Health consente un utilizzo più efficiente delle risorse, più trasparenza e risparmio economico. Ad esempio, secondo le previsioni dell’Unione Europea, il telemonitoraggio a casa dei malati cardiologici ridurrebbe il numero di giorni di degenza del 26% e consentirebbe un risparmio del 10% dei costi sanitari, con un aumento dei tassi di sopravvivenza del 15%.

Il Ministero della Salute ha dato avvio nel 2008 all’eHealth Information Strategy, promuovendo l’implementazione di sistemi di prenotazione e pagamento online (CUP telematici), di archiviazione e accesso alle informazioni sanitarie individuali (Fascicolo Sanitario Elettronico), di digitalizzazione e trasmissione elettronica delle prescrizioni e dei certificati di malattia, di telemedicina. Iniziative in ambito della digitalizzazione della sanità sono inoltre previste dall’Agenda Digitale italiana ed europea.

Nonostante le interessanti prospettive di risparmio e di sviluppo futuro, l’Unione Europea nel suo complesso è in ritardo di 10 anni nell’implementazione di servizi digitali applicati alla sanità, rispetto al settore sanitario privato americano; l’Italia sconta il prezzo della regionalizzazione dei servizi sanitari, presentando una situazione a “macchia di leopardo”, con evidenti gap tra Regioni all’avanguardia e altre ancora ai primordi della digitalizzazione.

L’Agenda Digitale prevede che entro la fine del 2017 il processo di digitalizzazione della sanità italiana sia compiuto, ma allo stato attuale si è ancora lontani dagli obiettivi prefissati; ad esempio, il Fascicolo Sanitario Elettronico è attivo solo in cinque regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana), mentre nelle altre è ancora in fase di implementazione o sperimentazione. Anche nelle prenotazioni online di visite ed esami diagnostici vi sono delle differenze rilevanti tra le regioni: le più virtuose sono Veneto, Lazio e Trentino Alto Adige, mentre la Puglia è fanalino di coda, con prenotazioni online che rappresentano meno dell’1% del totale.

L’e-Health in Italia rispecchia la stessa frammentazione che contraddistingue il sistema sanitario; è possibile superare tale frammentazione con quadri normativi chiari e condivisi e con l’implementazione di sistemi informativi interoperabili. Occorre standardizzare i processi e progettare metriche e protocolli per la condivisione di informazioni, mettendo il paziente al centro dei processi di ridisegno e puntando a servizi più efficienti, a nuovi modelli di cura e a risparmi di lungo periodo per il sistema. Senza un cambiamento nell’approccio manageriale e politico, l’innovazione dei processi sanitari, l’educazione del personale e dei cittadini e i finanziamenti per l’innovazione, il solo utilizzo delle nuove tecnologie in ambito sanitario non porterà al raggiungimento di obiettivi di efficienza e di efficacia.

Un passo in avanti nella realizzazione dell’e-Health italiano è stato fatto con il “Patto per la sanità digitale”, che elenca una serie di priorità e prevede una Cabina di regia, formata da esperti del Ministero della Salute, dello Sviluppo economico, MEF, Regioni, AGID, AIFA e AGENAS, con il compito di vigilare sul raggiungimento degli obiettivi e di sperimentare alcuni progetti pilota, al fine di creare un archivio pubblico delle best practice realizzate. L’auspicio è che questa Cabina di regia possa fornire unitarietà di visione e un approccio condiviso che diano una spinta alla concretizzazione della sanità digitale.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione nella digitalizzazione della sanità è la comunicazione al cittadino: molto spesso infatti la popolazione non conosce i nuovi servizi e quindi non ne usufruisce, vanificando di fatto tutti gli sforzi per la loro implementazione; un esempio in questo senso è il Fascicolo Sanitario Elettronico, di cui, secondo una ricerca recente, la maggior parte della popolazione non ha mai sentito parlare. Bisognerebbe individuare le fasce di popolazione più predisposte all’utilizzo di servizi sanitari digitali e attuare una campagna di comunicazione che consenta di comprendere in modo chiaro e puntuale l’innovazione del servizio e i suoi vantaggi.

I trend di sviluppo per l’e-Health prevedono che la diffusione dei dispositivi “wearable” renderà possibile l’utilizzo di Big Data anche in ambito sanitario: sarà quindi possibile fornire assistenza personalizzata, ovunque e in ogni momento ai pazienti, ma anche utilizzare una grande mole di dati aggregati per scopi di ricerca. La completezza dei dati a disposizione del personale medico ed infermieristico consentirà loro di prendere decisioni più accurate, grazie anche al supporto di soluzioni di intelligenza artificiale in grado non solo di raccogliere dati ma anche di analizzarli in modo sempre più avanzato, sino ad arrivare alla fornitura di consigli d’intervento e soluzioni pratiche.

In questo scenario, è auspicabile un’accelerazione sulla digitalizzazione della sanità italiana, che porti ad eliminare i gap tra le regioni, assicurando uniformità di servizio, e che ponga le basi per una sanità avanzata più efficiente ed efficace.

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