A cura di Franco Vigliano, Associate Consultant, The Innovation Group
L’orizzonte dell’ICT di fine anno è attraversato da una serie di previsioni su quali saranno nel 2016 i trend di mercato: le novità, le tendenze, i prodotti affermati e quelli in consolidamento.
Nel nostro osservatorio sul mercato non possiamo ignorare questa consuetudine, segnalando, tra i tanti, tre aspetti con cui dovremo confrontarci a breve, qualsiasi sia il settore di attività della nostra Azienda: l’affermarsi dell’online digital marketing; l’arrivo del nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati; l’inarrestabile avanzata dell’IoT.
L’online marketing è cambiato, e cambierà ancora
Far conoscere il brand della nostra azienda, i prodotti e i servizi che forniamo, le motivazioni per cui un cliente dovrebbe sceglierci è oggi facile ed al tempo stesso difficile nel mondo digitale. Il web, la diffusione della tecnologia mobile ed i social sono un veicolo formidabile per la diffusione dei nostri messaggi pubblicitari e sembra incredibilmente facile raggiungere i consumatori di tutto il mondo. La difficoltà risiede nel fatto che quanto abbiamo da dire può perdersi tra i milioni di contenuti e di messaggi che affollano la Rete, mentre è necessario che il nostro messaggio sia facilmente rintracciabile e visibile dal maggior numero di persone. Si dirà che, per questo, ci sono i motori di ricerca e le strategie di SEO (Search Engine Optimization), ma tutto ciò non è più sufficiente.
E’ la Società Forbes ad accompagnarci nello scoprire come è cambiato, ma soprattutto come evolverà, l’online digital marketing: con le 6 prediction, ed i 7 trend che si affermeranno nel 2016.
Tutto ruota intorno al fatto che nuovi contenuti, nuovi canali e nuove tecnologie si presenteranno alla ribalta: occorrerà individuarli, conoscerli e saperli sfruttare. E ciò implicherà nuovi e maggiori investimenti, rispetto a quanto fin qui fatto: coloro che sapranno interpretare questi cambiamenti ed adotteranno per primi questi nuovi strumenti, godranno di un vantaggio competitivo indiscusso.
- Nuovi contenuti: il futuro è fatto di meno articoli, ma sempre più di contenuti interattivi. Video, slide show, infografica, podcast, quiz, ma soprattutto App, che, costruite per interagire con il potenziale cliente, si prevede che presto prenderanno addirittura il posto dei siti web.
- Nuovi canali: a Google, che pure è impegnato nel cambiare con continuità i suoi algoritmi di indicizzazione, si affiancheranno Facebook, Twitter, LinkedIn, ma anche e soprattutto Cortana e Siri, i personal assistant, che useranno nuove modalità per trovare, indicizzare e presentare contenuti ed App, facendo leva sui gruppi di interesse e sui “marketing influencer”.
- Nuove tecnologie: alle già citate App ed al mobile, che surclasserà i Desktop (i siti web non ottimizzati per il mobile non verranno più indicizzati), si affiancheranno le wearable technologies, l’Internet of Everything e ritornerà, sull’onda di un rinnovato interesse per i videogiochi e per l’intelligenza artificiale, la “realtà virtuale” come veicolo per una sempre maggior diffusione di contenuti interattivi.
- Nuovi e maggiori investimenti: tutto ciò avrà un costo, ma, come si sa, il budget del dipartimento marketing è l’ultimo a subire riduzioni. Nel 2016 e per gli anni a venire, la competizione nell’online marketing crescerà drammaticamente, innalzando la professionalità degli operatori e permettendo l’ingresso di nuove e dinamiche start-up.
Nel 2016 le Aziende si dovranno adeguare al nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati
Il nuovo anno non sarà solo l’anno degli investimenti per far conoscere e far crescere la nostra Impresa, ma anche per affrontare il tema della sicurezza del nostro Sistema Informativo. Le minacce di veder violati i nostri dati, o di subire ricatti da parte di terroristi e di hacker, potrebbero, da soli, essere argomenti sufficienti per farlo, ma oggi c’è un motivo in più: il 2016 è l’anno in cui le aziende che hanno rapporti con l’EU dovranno prepararsi all’entrata in vigore del nuovo Regolamento sulla protezione dei dati.
Il watchdog europeo per la Privacy, l’italiano Giovanni Buttarelli, aveva promesso che il 2015 sarebbe stato l’anno in cui si sarebbe trovato un accordo sul testo del Regolamento. Un accordo non facile (la prima versione proposta dalla Commissione Europea è del 2011), visti i tanti interessi e le pressioni delle lobby sul tema della protezioni dei dati personali. Ma alla fine i tre attori, Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, hanno sottoscritto in questi giorni il nuovo testo: missione compiuta.
La precedente Direttiva sulla Privacy risale al 1995. Che un nuovo Regolamento fosse necessario era dovuto anche al pronunciamento della Corte di Giustizia Europea che, a Settembre, aveva dichiarato nullo l’accordo denominato Safe Harbour, che, a seguito della Direttiva del 1995, eleggeva gli Stati Uniti a “porto sicuro” per i dati dei cittadini dell’EU memorizzati presso le Società Statunitensi … questo finché la National Security Agency non aveva iniziato a servirsene ai fini di “controllo”.
La versione finale concordata ha impatti significativi sulle Imprese, impatti che qui di seguito, in accordo con quanto riportato da The Innovation Group, riassumiamo:
- Il Regolamento varrà per tutta l’EU (One continent one law). Le Aziende basate al di fuori dell’EU saranno soggette al Regolamento, se offrono beni e servizi in Europa. Le multinazionali potranno scegliere di avere un’unica autorità di supervisione per più Paesi (One stop shop).
- Le aziendepotranno essere multatefino al 4%del loro fatturatoannuoper eventuali violazionidella protezione dei dati.
- I data breaches dovranno essere comunicati alle Autorità di supervisione ed agli interessati entro 72 ore, a meno di giustificati motivi.
- La responsabilità per la protezione dei dati sarà in capo tanto al Data Controller quanto al Data Processor. Quindi in caso di outsourcing nella gestione dei dati anche l’outsourcer che li elabora potrà essere perseguito penalmente e/o amministrativamente.
- Se l’Azienda ha nei suoi archivi un elevato numero di dati o dati personali sensibili, dovrà nominare un Data Protection Officer.
- L’approccio alla gestione dei dati personali dovrà essere professionale, garantendo la privacy “by design & by default”, ed una sicurezza dei dati graduata in base ad un attività di “impact assessment”.
L’IoT è solo agli inizi?
Un altro tema, che avrà impatti nel mondo produttivo come nella vita di tutti i giorni, sarà l’IoT. Il numero di dispositivi dotati di connessione ad Internet supera ormai quello della popolazione mondiale e le previsioni sono per una crescita esponenziale: gli analisti prevedono che entro il 2020 saranno 30, 50, forse 200 miliardi: stime per difetto? La realtà, come sottolineato dalla Società Jasper Technologies nelle sue predictions per il 2016, è che l’investimento da parte dei principali Gruppi mondiali è in continua crescita, così come i profitti attesi.
Ma la vera questione è la seguente: quando un dispositivo può dirsi “connesso” e “perché” è necessario che tutto quanto sia connesso? Nel 2016 avremo le prime risposte a queste domande, con la definizione di metriche che stabiliranno come i dispositivi parlano tra di loro e come ci comunicheranno proattivamente il loro comportamento. Si smetteranno di contare le “cose” connesse ad Internet ma si parlerà sempre di più dei “servizi” che l’IoT fornisce. Saremo quindi in grado di accorgerci come l’IoT entri in modo pratico nella nostra attività quotidiana.
Ecco allora quanto aspettarci da questo mercato:
- Si svilupperà una precisa tassonomia per definire cosa si intende con IoT. Le Aziende fornitrici di servizi per l’IoT dovranno articolare esattamente ciò che la loro soluzione consente – sia che si tratti di abilitare un’applicazione, gestire il ciclo di vita di un servizio, analizzare il comportamento di un dispositivo o qualsiasi altra funzione – e dimostrare chiaramente come queste soluzioni rendono più facile per le Imprese produttrici lanciare, gestire e monetizzare i dispositivi connessi.
- La sicurezza diventerà un tema centrale ed un requisito irrinunciabile per una soluzione IoT. I fornitori di successo saranno coloro che saranno in grado di aggiungere sicurezza alle soluzioni proposte.
- Si inizieranno a contare non i device installati, ma le App e i servizi realmente disponibili e facilmente fruibili.
- Nel 2016, nella produzione di nuove auto, quelle connesse ad Internet supereranno il numero di quelle non connesse.
- Se siete in attesa di uno standard di connessione, attendete: non si affermerà, per ora, nessun standard di connessione alla Rete. La tecnologia LPWAN (Low-Power Wireless Area Network) è tuttora in fase di consolidamento.